BELLUNO - «Nella nostra provincia servono più alberghi a quattro o cinque stelle, con un centinaio di camere, anche in vista delle Olimpiadi del 2026». Il presidente di Federalberghi Belluno Walter De Cassan alza l'asticella e rilancia.
I CONTRIBUTI
Il bando regionale non basta: prevedeva interventi a partire dai 50000 euro e non tutte le imprese turistiche sono riuscite a essere ammesse al contributo del 70 per cento a fondo perduto sul totale della spesa ammissibile. «Sono rimaste escluse alcune strutture - prosegue De Cassan - specie quelle più piccole e con minori interventi, anche perché il regime de minimis in vigore in tale bando prevedeva ancora il limite di 200.000 euro in tre anni, che quest'anno è stato innalzato a 300.000 euro dopo circa vent'anni di nostre richieste. Il fatto che tutti questi contributi siano andati bruciati è un ottimo segnale di vivacità delle aziende e voglia di investire e migliorare, e questo spingerà la Regione, quando avrà i fondi, a emettere nuovi bandi. Sarebbe un guaio se i soldi non li chiedesse nessuno, ma anche in questo caso invece c'è stata la domanda maggiore dell'offerta».
LA SFIDA
In varie zone della provincia ci sono numerosi alberghi chiusi con cartelli di vendita, ma anche in difficoltà economiche e di conseguenza con risorse limitate anche di fronte a una piccola ristrutturazione. «L’albergatore è un mestiere complicato specie oggi - prosegue De Cassan - specie partire da zero oggi non è semplice. Da noi la gestione è spesso familiare e si tramanda da generazioni; bisogna progredire ma non tutti possono avere tale ambizione. In provincia di Belluno la maggior parte degli hotel sono a tre stelle, ma ne servirebbero di più nelle categorie maggiori, ma la classificazione pone parametri ben precisi e servono spesso quindi investimenti importanti. Importante in tal senso è progredire invece che tornare indietro. I dati nazionali d'altro canto ci dicono che le performance migliori li hanno gli hotel con 4 o addirittura 5 stelle con almeno cento camere, e nella nostra provincia invece abbiamo tantissime mini realtà alberghiere che ne hanno fra le dieci e le settanta».
I LAVORI
n prospettiva olimpica servono necessariamente più camere di quelle attualmente disponibili «In centro a Cortina ci sono tanti alberghi in rinnovamento che però sono in ritardo e non saranno pronti per il 2026 - fa sapere la guida degli albergatori -. Grandi catene alberghiere hanno fatto nella Perla delle Dolomiti alcune acquisizioni ma queste pretendono strutture con cento camere e quindi non mi paiono appetibili nuove operazioni simili». Poi c’è la questione barriere architettoniche. Nei giorni scorsi era stato il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, a lanciare l’allarme sui posti letto, a margine della presentazione del progetto “Sport senza confini: «Il numero di camere, non solo quelle accessibili ex lege, ma anche quelle che comunemente definiamo “friendly accessible”, cioè quelle più comode e che possono essere una risposta importante, non è sufficiente».
L’ESTATE
Venendo a un appuntamento più imminente, quello dell'estate, il presidente di Federealberghi, Walter De Cassan, dichiara fiducia: «Riceviamo già richieste di informazioni e numerose prenotazioni ma speriamo il tempo non ci metta lo zampino, specie nella prima fase di stagione». Claudio Fontanive