Affitti brevi, arriva la stretta: via libera dalle Regioni al codice identificativo anti-evasione obbligatorio per i proprietari

Sabato 27 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 12:23

IL PARERE

Fondamentale il parere favorevole della commissione Politiche del turismo della Conferenza delle Regioni e Province autonome, che ha approvato ieri il decreto sull’interoperabilità delle banche dati regionali predisposto dal ministero del Turismo di Daniela Santanchè. Obiettivo dell'operazione: arrivare a un meccanismo unico di identificazione delle strutture ricettive in Italia, in chiave antifrode come detto. Manca ora l’intesa Stato Regioni sul decreto, che arriverà nel mese di maggio.

Soddisfatto il ministro Daniela Santanchè: «Si tratta di un risultato importante, raggiunto grazie a un intenso e impegnativo lavoro di squadra con le Regioni e le Province autonome. Si avvia cosi una procedura che sarà determinante per la definizione del Cin e che prevede di rendere interoperabili le banche dati regionali con quella nazionale. Un processo complesso che richiede il massimo impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti».

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IL PERCORSO

Negli ultimi anni diverse Regioni hanno attivato questo tipo di codici. I codici regionali e provinciali vanno ora riclassificati e dotati di un prefisso di riconoscimento.

«Le Regioni sono pronte a impegnarsi su questo fronte, anche in presenza di un diverso grado di digitalizzazione delle banche dati regionali, nella consapevolezza di poter contare sulla collaborazione e il know how del ministero del Turismo», ha affermato il coordinatore della commissione Politiche turistiche, Daniele D’Amario.

Il nuovo Codice identificativo nazionale dovrà essere richiesto per ciascuna unità immobiliare a uso abitativo destinata alla locazione per finalità turistiche: andrà esposto sia all’esterno dello stabile in cui è collocato l'appartamento sia negli annunci. Per la mancata esibizione del codice la multa potrà arrivare a seimila euro.

Chi opererà senza Cin rischia di dover pagare, nel caso peggiore, ottomila euro di sanzione. Per i gestori di strutture senza i requisiti di sicurezza sono in arrivo invece multe tra 600 a 2.000 euro e tra duemila a diecimila euro per chi affitta casa ai turisti in forma imprenditoriale senza prima aver presentato la segnalazione certificata di inizio attività.

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