La guerra è inevitabilmente un tema-chiave delle elezioni europee. Ma conta anche la credibilità di chi si vota

Sabato 4 Maggio 2024

Signor Direttore,
nella sua risposta alla lettera del lettore Gentilini, Lei afferma che il voto alle europee evidenzierà il punto di vista degli italiani riguardo la volontà di continuare ad alimentare la guerra in Ucraina. Questo sarebbe vero se il voto riguardasse solo la scelta tra guerra e trattativa, ovvero se la questione venisse posta come un referendum. In realtà il voto riguarda una somma di problematiche (sanità, lavoro, sicurezza, immigrazione ecc) dove la guerra risulta essere una componente. Piccolo esempio: anch'io sono nettamente contrario al proseguimento della guerra e sarei tentato di votare i 5 Stelle per la loro posizione al riguardo, ma per tutto il resto non me la sento di dare la fiducia a tale formazione politica nemmeno turandomi il naso. Quindi non vorrei che votando un partito diverso dai 5 Stelle, la mia scelta venisse interpretata come una volontà di continuazione di questa nefanda e nefasta guerra.


Guido Perini
Treviso


Caro lettore,
i voti non si giudicano, si contano: il suo come quello di chiunque altro, naturalmente.

E la sua scelta andrà a sostenere la piattaforma complessiva del partito a cui lei ha deciso di dare il suo consenso. Certo che il voto dell'8-9 giugno non è un referendum sulla guerra. Ma trattandosi di una tornata elettorale europea è anche evidente che un tema come il conflitto russo-ucraino e in particolare la scelta che la Ue continui a sostenere militarmente o meno Kiev, sono temi che hanno e rivestono un peso particolare in questa sfida. La forza numerica che i diversi schieramenti avranno nel Parlamento europeo dopo il 10 giugno determinerà la maggioranza che governerà la Ue nei prossimi anni e quindi anche scelte decisive in campo internazionale. E certamente, come si vede anche in questi giorni, il tema della guerra in Ucraina è una delle questioni centrali con cui la nuova Commissione europea dovrà confrontarsi. Per questo mi sono permesso far osservare, in risposta ad un lettore, che se davvero, come lui affermava, gli italiani sono contro la guerra e a favore di Putin, questo dovrebbe trovare un riscontro nelle scelte di voto dell'8-9 giugno. Dopodiché la capisco: quando si vota non si guarda solo a un programma e alle promesse presi da questo o dall'altro partito in campagna elettorale. Ma anche alla credibilità di chi li propone e li sostiene. Anche perché troppo spesso abbiamo visto promesse e impegni solenni rivelarsi poi carta straccia alla prova dei fatti.

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