Negli ultimi anni Alessandro Borghi si sente artisticamente libero. «Interpretare qualcuno per me vale sempre la pena, anche se è una persona che avrei potuto o dovuto giudicare.
Gli inizi da cameriere
Un animo umano, una visione decisamente diversa della realtà. Forse perché Alessandro nella sua vita ha fatto il cameriere. E ha visto un altro mondo «È stata incredibile la quantità di persone con cui ho avuto la fortuna di avere a che fare quando portavo le bistecche al tavolo, facevo il sorvegliante o pulivo i cantieri. Sono sempre stato affascinato dagli altri, da storie sempre più interessanti della mia, che era normale nella sua bellezza: un padre e una madre affettuosi, amorevoli. Quindi mi tuffavo nelle esistenze e nelle famiglie diverse: sono attratto da chi sembra sbagliato, ai margini, difficile».
Il figlio
Il successo non gli è mai dato alla testa. Mai perché a tenerlo con i piedi per terra, racconta ancora a La Repubblica, c'è tutta la sua famiglia e soprattutto mio figlio. «Sono bravo a stare con i piedi per terra. So da dove vengo e cosa voglio essere. Ho vissuto per molto tempo nella paura di guardarmi allo specchio e scoprire di essere diventato una cosa diversa. Ho tanti esempi di chi si è perso. Non ho mai avuto a che fare con la droga, forse perché non volevo perdere il controllo di me stesso...».