Gara veneta, inno russo per la vittoria del ciclista. Protesta ucraina al Cio

Il club veronese: "Nessun divieto per i dilettanti". Valdegamberi: "Punizione? No, merita un premio"

Mercoledì 8 Maggio 2024 di Angela Pederiva
Gara veneta, inno russo per la vittoria del ciclista. Protesta ucraina al Cio

VENEZIA - È il pomeriggio di domenica 28 aprile alla periferia di Salizzole, meno di tremila abitanti nella Bassa Veronese. Nell’aria risuona una musica straniera: “Rossija... il nostro Paese sacro, Rossija... la nostra terra amata”. È l’omaggio al russo Viktor Bugaenko, che con la maglia della squadra spagnola Pc Baix Ebre si è appena aggiudicato l’ottantesima edizione della Vicenza-Bionde, classica gara ciclistica per Under 23. «Ci si aspettava i velocisti», commenta l’indomani la Federciclismo.

Invece l’Ucraina non immaginava, come si legge nella lettera inviata il 2 maggio alla stessa Fci (nonché al Cio), che «l’inno nazionale del Paese aggressore» sarebbe stato «suonato apertamente durante la cerimonia di premiazione», al punto che viene chiesta «un’indagine sull’incidente». 


LE REGOLE
La missiva di protesta è firmata da Vadym Huttsait (presidente del Comitato olimpico ucraino), Matvii Bidnyi (ministro della Gioventù e dello Sport) e Andriy Hrivko (numero uno della Federazione ciclistica nazionale). «Gli organizzatori hanno gravemente violato le raccomandazioni del Cio», è l’accusa rivolta da Kiev all’Us Bionde. Da vicenda sportiva, a caso internazionale, a polemica politica, è un attimo. Il veneto Stefano Valdegamberi, consigliere regionale noto per le sue posizioni filo-russe, si schiera al fianco dei promotori: «Ora saranno puniti mentre invece andrebbero premiati, perché hanno avuto il coraggio di superare delle norme che sono palesemente discriminatorie». Filippo Scipioni, presidente del club veronese, assicura: «Per noi lo sport è unione, festa e condivisione. Da tre anni è sempre presente al via una formazione ucraina così come non abbiamo mai chiuso le porte alle squadre che al proprio interno annoverano atleti russi». 
Il 1° marzo 2022 l'Unione ciclistica internazionale ha declinato così la linea dura adottata dal Cio (gli atleti russi e bielorussi ammessi con status neutrale non possono esibire i simboli nazionali): «L'apparizione di tutti gli emblemi, nomi, acronimi, bandiere e inni legati alla Russia e alla Bielorussia è vietata in tutti gli eventi del calendario internazionale Uci». Cinque giorni dopo, la Fci ha annunciato la sua decisione: «Un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni che si svolgeranno in Italia fino al termine della stessa guerra». Nient’altro, rilancia Scipioni: «Per una manifestazione dilettantistica inserita nel calendario nazionale come la nostra, mi risulta che non ci siano regole che vietino di suonare l'inno russo in caso di vittoria di atleti provenienti da questa nazione o, se ci sono, non ci sono mai state comunicate».
 

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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