​Paese. Bimbo di 11 mesi morto in culla all’asilo: la perizia scagiona le maestre

Venerdì 3 Maggio 2024 di Valeria Lipparini
Il piccolo Alessandro Izzi, morto a soli 11 mesi

PAESE (TREVISO) - Alessandro Izzi, il bimbo di 11 mesi, morto il 29 settembre scorso nel lettino dell’asilo nido “Raggio di Luna” a Porcellengo, sarebbe deceduto per la sindrome della morte in culla, indicata con l'acronimo Sids (Sudden Infant Death Syndrome), conosciuta anche con il triste appellativo di “morte bianca”.

Si tratta di una morte improvvisa e inaspettata di un lattante sotto l'anno di vita che rimane inspiegata.

La perizia

La prima conferma a quanto era già stato riscontrato nel corso dell'autopsia, effettuata dall’anatomopatologo Alberto Furlanetto, che si era avvalso dell’aiuto della dottoressa Diana Sacchi, esperta in malattie pediatriche, arriverebbe dall'equipe del reparto di patologia vascolare della clinica universitaria di Padova che ha effettuato specifiche analisi. Le vie respiratorie del bimbo non presentano ostruzioni che potrebbero aver determinato l’asfissia del neonato, anche a causa di un rigurgito. La perizia medica porterebbe l’inchiesta aperta della Procura verso la possibile archiviazione. Dopo la tragedia erano state indagate, a vario titolo, la direttrice dell'asilo e due maestre. L’ipotesi accusatoria era quella di omicidio colposo. Ma se Alessandro Izzi è deceduto per la “morte bianca”, di fatto un fenomeno imprevisto, che sarebbe potuto succedere ovunque, anche nel lettino di casa sua, la resposnabilità di sorveglianza delle maestre verrebbe a mancare e l’inchiesta si indirizzerebbe verso l’archiviazione.

Gli accertamenti

Nel caso, infatti, di un evento del tutto imprevisto e imprevedibile, come quello della morte in culla, non ci sarebbe colpa o responsabilità delle tre operatrici in capo alle quali non sarebbe ipotizzabile contestare un comportamento negligente. Anzi le due maestre e la direttrice dell’asilo nido avrebbero fatto coricare il bimbo nella maniera corretta. Le analisi avviate sul lettino subito dopo il decesso avevano, peraltro, confermato questa ipotesi. La famiglia di Alessandro, difesa dall’avvocato Roberta Canal, è in attesa di sapere come si chiuderà la fase istruttoria dell’indagine. Perchè il dolore di due genitori che perdono il loro figlioletto non passa mai, ma almeno conoscere la verità sul decesso del loro piccolo potrà, con il tempo, rimarginare un po’ quella atroce ferita.

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