Smascherato un falso invalido: chiede soldi in carrozzina «per una visita a Udine» poi sale in macchina con le sue gambe

Una donna, complice, lo spingeva sulla sedia a rotelle. Per rendersi meno identificabili, lui si è anche cambiato la maglietta

Venerdì 10 Maggio 2024 di Denis De Mauro
Smascherato un falso invalido: chiede soldi in carrozzina «per una visita a Udine» poi sale in macchina con le sue gambe

SACILE - Furbetti della questua all'opera a San Michele. È successo ieri mattina, quando Cristina L., titolare di un noto centro estetico sacilese, nonostante fosse in quel momento chiusa si è vista suonare il campanello dell'attività da una coppia. «Avevo già notato lei camminare avanti e indietro ai negozi: quando mi hanno suonato alla porta non era più sola, spingeva una carrozzina su cui si trovava un uomo tra i 40 e i 45 anni». La prassi di quella che Cristina intuisce subito essere una truffa è sempre la stessa: sguardo teso ad impietosire, ausilio sanitario e storiella toccante. «Lui mi racconta che deve andare a Udine a fare una visita, ma mi dice che non hanno abbastanza soldi per far benzina all'automobile e, in buona sostanza, mi chiedono se posso dare loro qualche soldo». Per fortuna non vengono fatti entrare e, anzi, garbatamente Cristina rifiuta loro l'elemosina. Incuriosita, chiede poi in giro, tra i negozi e la farmacia che compongono quel piccolo insieme commerciale che si affaccia su una rotonda, per vedere se altri abbiano ricevuto la stessa richiesta. Si imbatte in due signore delle pulizie che con la loro testimonianza confermano i suoi sospetti: hanno visto arrivare la coppia in auto e lui scendervi tranquillamente sulle proprie gambe, per salire sulla sedia a rotelle solo una volta raggiunto l'inizio del corridoio dei negozi.


L'IDENTIKIT

A conferma del perfetto stato delle sue gambe, dopo aver suonato all'estetista il soggetto è tranquillamente salito in auto da solo mettendosi alla guida. Puntano al parcheggio della vicina Coop, alla ricerca di qualche altro buon cuore da tradire con la loro infame bugia. Purtroppo, nessuna delle testimoni aveva sottomano il cellulare, anche se l'occhio attento di Cristina ha scattato ad entrambi una precisa foto. «Lei, sulla quarantina, capelli neri e lunghi, vestiva jeans con scarpe da ginnastica e maglietta entrambe nere e un cappellino di tela in testa.

Lui sembrava piuttosto alto, capelli corti castano chiari e mossi, la pelle olivastra, addosso una maglietta bianca, pantaloni grigio scuro e scarpe da ginnastica. Portava anche un orecchino all'orecchio sinistro ed aveva, o forse imitava, un accento meridionale».


L'AUTO NERA

Per rendersi meno identificabili, lui si è anche cambiato la maglietta, come hanno osservato le due addette alle pulizie. Sono stati visti andarsene su una Mercedes, nera pure quella, e che avevano parcheggiato contromano nello stretto spazio che si trova davanti ai negozi. In bocca a chi li ha visti ed ha capito l'inganno, il sapore amaro di una truffa che disturba non per l'esiguità del maltolto, ma per il tirare in ballo tragedie che pesano su chi le vive veramente.

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