La scalinata sfregiata da scritte e murales: il ritrovo dei giovani si trasforma in painting selvaggio

Spray e vernice, negli ultimi giorni un'impennata di casi. Sui muri non c'è più posto, i costi della pulizia aumentano

Venerdì 3 Maggio 2024 di Marco Agrusti
La scalinata sfregiata da scritte e murales: il ritrovo dei giovani si trasforma in painting selvaggio

PORDENONE - Pordenone centro, abbiamo un (altro) problema. La scalinata che da corso Vittorio Emanuele porta a vicolo delle Acque, nel cuore del salotto buono cittadino, è diventata il nuovo ritrovo tardo-pomeridiano e serale di alcuni gruppi di giovani. E fino a qui, tutto normale o quasi. Il problema è che da quando il passaggio cittadino si è trasformato in punto di incontro, i muri sono diventati quaderni e tavolozze. E il piccolo scorcio cittadino si è trovato tutto ad un tratto ad essere imbrattato come mai accaduto prima d'ora.

Alcune scritte - è vero - c'erano già. Ma negli ultimi giorni la cosa ha preso una piega del tutto inaspettata.


COSA SUCCEDE

Un problema comune, quello delle piccole calli e dei vicoli che caratterizzano il centro storico di Pordenone. Ma la situazione che si vive tra i gradini della scalinata che da corso Vittorio Emanuele porta a vicolo delle Acque è degenerata nelle ultime settimane. Il ritrovo, solitamente, inizia sempre dopo le 18. Mai prima. Gruppi di quattro, cinque, sei ragazzi. Giovanissimi. Si siedono sui gradini della scalinata e trascorrono il tempo. Nulla di male. Se non fosse però che il "gioco" è quello di riempire le pareti che delimitano la scalinata di scritte e graffiti. Alcuni colorati e "innocenti", altri di dubbio gusto con tanto di bestemmie e insulti vari. Negli scorsi giorni il colore utilizzato per imbrattare è finito anche sulla scalinata stessa, fortunatamente prima di uno scroscio di pioggia. Ma le immagini parlano da sole: ormai sui muri della scalinata tra corso Vittorio Emanuele II e vicolo delle Acque non c'è quasi più uno spazio libero. E per il Comune, che sta ragionando in queste settimane in merito ad un'operazione di pulizia delle calli, si tratterà sicuramente di una spesa in più.


VERSO LA PIAZZA

Il problema non è limitato alla breve scalinata diventata "spazio artistico" per scritte offensive e murales. Una situazione simile, infatti, la si trova anche nello stesso vicolo delle Acque e nell'androne di un palazzo privato a pochi passi da piazza XX Settembre. Anche in questo caso trionfa l'imbrattamento, con colonne, basamenti e muri che sono stati colonizzati da altri gruppi che usano proprio quello spazio per ritrovarsi, in quel caso già dalla tarda mattinata. Stessa sorte, poi, per il muro che si trova alle spalle dei bidoni dell'immondizia in vicolo delle Acque, di fronte alla scalinata.


I PRECEDENTI

Di recente era stata notata una situazione per certi versi simile in vicolo Chiuso, dall'altra parte di corso Vittorio Emanuele II. Per molti, quei pochi metri di strada sono quasi sconosciuti. Non ci si accorge nemmeno, camminando lungo corso Vittorio Emanuele II, dell'esistenza di vicolo Chiuso. Eppure qualcuno lo sa bene e lo utilizza però in modo improprio. Per bivaccare ma anche per concedersi il tempo di una sigaretta, dimenticando poi il più comune senso civico e lasciando a terra decine di mozziconi. Così i proprietari hanno deciso in qualche modo di "mettersi in proprio", comunicando ai gruppi che utilizzano in quel modo vicolo Chiuso la loro posizione. Bastano pochi passi nella stretta stradina che da pochi giorni ospita il negozio temporaneo "Il Negozietto" per capire di cosa stiamo parlando. Il piccolo vicolo, infatti, è tappezzato di cartelli. E se il primo che si incontra immediatamente sulla sinistra è "normale", dal momento che invita a non appoggiare le biciclette, gli altri hanno tutto un altro tenore. Il secondo che si incontra, corredato dal nastro adesivo che lo sostiene, compare su una porta d'ingresso verde. Le parole non lasciano spazio a dubbi: «È severamente vietato - si legge - bivaccare in vicolo. Ci sono delle telecamere». Ancora pochi metri e ne compare un altro: «Vicolo chiuso - è l'ammonimento - non è un portacenere».

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